Tesi copiate? La pacchia è finita.

Oggi, grazie alla rete, diventa sempre più facile per gli studenti universitari reperire testi da cui copiare interi passaggi e copiarli nelle proprie tesi o tesine.  L’azione “truffaldina” resa possibile grazie alla tecnologia però viene combattuta dalle Università sempre con la tecnologia.

“Chi di tecnologia ferisce, di tecnologia perisce”, verrebbe quasi da pensare. Tramite dei software lanciati proprio dai poli accademici, sarà infatti possibile scongiurare una volta per tutte il rischio di plagio nelle tesi di laurea.

Una delle prime Università a salvaguardarsi in questo senso è stata l’Alma Mater di Bologna, che ha congegnato un sistema informatico ad uso interno con il quale la commissione d’esame o gli stessi tutor possono comparare il testo consegnato loro dagli studenti pescando da un data base contenente una vastissima quantità di testi che trattano le stesse tematiche di quelle del testo analizzato.

Il software, in sostanza, verifica quanta parte del testo posto sotto analisi coincida, per segmenti di una certa ampiezza, con gli elaborati presenti nel database di riferimento: si analizzano cioè le sequenze di un certo numero di parole o di caratteri, paragonandole a quelle di testi aventi altra paternità.

Funziona? Sembrerebbe di sì. E non solo nel caso in cui si dovessero riscontrare interi passaggi copia-incollati, ma anche nel caso in cui ci fosse una certa affinità di stile.

La capacità del software anti-plagio di individuare le somiglianze stilistiche non è totale, ma piuttosto alta: da una prova fatta su 92 opere di 33 scrittori italiani, ciascuno dei quali ha contribuito con almeno due opere, il programma ha dimostrato che le opere dello stesso autore vengono correttamente abbinate tra di loro in un numero considerevole di casi.

Perché “l’allarme” scatti, il testo analizzato dovrà superare la soglia di una contemplata porzione di similarità, entro la quale la liceità del testo in analisi può essere ritenuta accettabile.

Roberto Nicoletti, Prorettore per gli studenti e per la comunicazione istituzionale all’Università di Bologna, ha però rassicurato tutti, affermando che non si tratta di un’operazione di polizia che va a caccia di plagi, ma piuttosto di un metodo scientifico e altamente formativo per educare gli studenti alla elaborazione originale della tesi.

Utilizzare sempre il virgolettato quando si riporta il testo di altro autore, dunque! E inserire le note referenti ad una esaustiva bibliografia.

Solo così gli studenti potranno evitare di fare figuracce prima della discussione dell’esame più importante della loro vita. O, peggio ancora, di non essere ammessi alla seduta di laurea.